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domenica 27 novembre 2011

Turismo responsabile e co-sviluppo

Rafforzamento della comunità della diaspora migrante quale mediatore di accesso a piani di sviluppo eco-turistico nei paesi d'origine

Il progetto, nella sua componente estera, mira a coinvolgere attivamente le comunità locali della Provincia di Pichincha (Ecuador) e della provincia di Tapoa (Burkina Faso) in iniziative di turismo sostenibile che garantiscano una maggiore capacità di generare redditi da parte delle popolazioni rurali in quadro di sostenibilità ambientale e culturale.
Il progetto si inserisce nel quadro di un più ampio intervento di promozione del turismo responsabile da parte di ACRA in questi paesi, avviato nel 2009 con il cofinanziamento della UE (Turismo contro povertà).
In Italia, sul territorio di Milano, sono coinvolti i migranti al fine di garantire una loro partecipazione attiva:

  • in attività educative da realizzare nelle scuole, quale luogo importante per facilitare l’integrazione e la coesione sociale;
  • in qualità di attori mediatori tra i paesi d’origine e il territorio lombardo come punto di partenza per far conoscere il contesto dei paesi di origine e attraverso la tematica del turismo sostenibile iniziare un percorso di co-sviluppo finalizzato a sostenere le attività di turismo sostenibile nei paesi di origine.

Problematiche/motivazioni

In Ecuador il turismo impiega solo l’1.4% della popolazione ed è sempre stato controllato da un piccolo numero di investitori privati, escludendo le comunità locali, soprattutto nelle aree rurali. Il turismo spesso ha condotto a conflitti tra comunità, governo e investitori privati per l’uso e la proprietà della terra.
La provincia di Tapoa in Burkina Faso si trova nell’area transfrontaliera della Riserva Trasfrontaliera della Biosfera W. La zona è caratterizzata da problematiche di sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e conflitti per il controllo delle risorse naturali.


 Obiettivi

  • Coinvolgere attivamente le comunità locali delle  province di Pichincha (Ecuador) e di Tapoa (Burkina Faso) in iniziative di turismo sostenibile come strumento di lotta alla povertà, in un quadro di sostenibilità ambientale e culturale.
  • Contribuire all’integrazione dei gruppi migranti burkinabè ed ecuadoriani sul territorio milanese e facilitare il loro coinvolgimento diretto a supporto di azioni nei rispettivi paesi d’origine.

Risultati da raggiungere

  1. Le comunità e le piccole imprese delle aree di progetto in Burkina ed Ecuador sono in grado di generare redditi da attività turistiche.
  2. I migranti burkinabè ed ecuadoriani e le organizzazioni partners sono promotori attivi dell’immagine dei propri paesi d’origine nel territorio di residenza e di origine.

Beneficiari

 Burkina Faso
Beneficiari diretti
  • I gruppi target saranno i poveri rurali formati per ospitare turisti, gli artigiani locali, guide turistiche locali, già riunite in una associazione esistente, e le autorità di villaggio responsabili dei piani di sviluppo locale (circa 600 persone).
Beneficiari indiretti
  • Beneficiari indiretti sono le popolazioni dei villaggi coinvolti, circa 9.000 persone.

Ecuador
Beneficiari diretti
  • I gruppi target sono le popolazioni rurali, caratterizzate da disoccupazione e basso reddito, delle 4 comunità di Caspigasí, Pululahua, Santo Domingo e Rumi Cucho, per un totale di circa 3.000 persone.
Beneficiari indiretti
  • Beneficiari indiretti includeranno la popolazione di Diapaga, Logobou e Tambaga (70.000) e quelli della provincia di Pichincha (30.000)

Italia
Beneficiari diretti
  • 10 migranti provenienti dal Burkina- Faso e Ecuador residenti sul territorio milanese;
  • 80 studenti delle 4 classi e 16 insegnanti.
Beneficiari indiretti
  • i gruppi migranti burkinabè e ecuadoriani residenti sul territorio milanese;
  • circa 500 studenti delle scuole coinvolte e circa 35 insegnanti;
  • circa 100 famiglie degli studenti delle scuole coinvolte;
  • la popolazione milanese

DATI DI SINTESI
Localizzazione:Lombardia (Italia), provincia di Tapoa (Burkina Faso) e provincia di Pichincha (Ecuador).

Durata:

15 mesi

Valore complessivo:
188.780 €

Finanziatore principale:

LogoComuneMilano  Comune di Milano


Altri finanziatori:
Commissione Europea
CODEZEQ
Partner:
CoopEcuador
ITAL-Watinoma

Altri enti coinvolti:
Il progetto sostiene l’iniziativa MilanoMigranda. Le passeggiate di MilanoMigranda sono realizzate da Mowgli, Viaggi Solidali, ACRA e ICEI in collaborazione con l’Associazione Culturale Villa Pallavicini e con l’Associazione Amici del Parco Trotter. La rete delle CittàMigrande è un’iniziativa di Viaggi Solidali, Oxfam Italia e ACRA.


Attività da realizzare

In Ecuador e Burkina Faso sono previsti incontri per la valutazione dello sviluppo e la pianificazione delle iniziative, corsi di formazione sul turismo e la realizzazione di strutture di accoglienza, centri artigianali (Burkina Faso) ed un’agenzia turistica di Comunità (Ecuador).
In Italia, i gruppi di migranti saranno direttamente e attivamente coinvolti nella realizzazione delle attività: attraverso percorsi di formazione per animatori, di percorsi interculturali rivolti alle scuole, saranno valorizzate e rafforzate le loro capacità di interagire con studenti e insegnanti. Questo permetterà la costruzione di una relazione con gli attori del territorio di residenza favorendo l’integrazione e una maggiore coesione sociale, oltre alla conoscenza del contesto di provenienza dei migranti coinvolti.
La formazione su turismo sostenibile sarà uno strumento per fornire competenze e conoscenze e ai migranti circa le attività turistiche svolte nei loro paesi di origine. I migranti saranno inoltre coinvolti in una formazione sul turismo responsabile al fine di dare supporto alle iniziative turistiche nei rispettivi paesi d'origine ed essere soggetti ponte tra paese di residenza e di origine per contribuire al percorso di sviluppo di questi ultimi.

Attività realizzate

Ecuador
Al momento le attività in fase di realizzazione sono:
  • Costruzione di 6 cabañas per l’ alloggio dei turisti;
  • Progetto artigianale e artistico dell’ ASMUDZEQ (Asociación de Mujeres para el Desarrollo de la Zona Equinoccial);
  • Progetto di valorizzazione turistica del patrimonio archeologico di Rumicucho.
In collaborazione con la FEPTCE (Federazione Plurinazionale di Turismo Comunitario dell’ Ecuador) si sono tenuti i primi corsi formazione sulla gestione del turismo comunitario.
È stata costituita una Rete di Turismo Solidario e Sostenibile. La RED è costituita dalle organizzazioni sociali che stanno partecipando al progetto, a loro volta rappresentative delle famiglie delle comunità.

Burkina Faso

Nel comune di Tambaga è stato completato il primo di una serie di campement, costituiti da: 6 case con bagno interno, un centro artigianale, un hangar, una cucina e un bar, un serbatoio di acqua con un pozzo, un’area per l’orticultura e un’area per le tende.
Dall’inizio del progetto sono state fatte varie formazioni ai membri dell’Associazione di Promozione dell’Ecoturismo della Tapoa, Biala:
  • formazione, nell’ambito del partenariato con l’agenzia milanese di turismo responsabile Mowgli, sul turismo responsabile che è stata fatta alla presenza della Direzione Generale del Turismo e grazie al quale le guide hanno ricevuto l’attestazione ufficiale di guide turistiche;
  • viaggio di scambio per visitare l’esperienza delle ecoguide in Benin;
  • formazione di un socio dell’associazione sui sistemi di sicurezza della scalata sportiva
  • formazione sull’utilizzazione del GPS;
  • formazione sulla vita associativa, pianificazione turistica, autovalutazione.

Italia

Sono state realizzate le formazioni degli animatori migranti per la realizzazione dei percorsi scolastici e sul turismo responsabile.
Nell’ambito del presente progetto, è stata inoltre sviluppata l’opportunità di replicare l’iniziativa “Passeggiate Migranti”, già sviluppata da ACRA a Torino nel 2010 in partnership con la Cooperativa Viaggi Solidali e con Oxfam Italia, così da realizzare anche a Milano l’offerta di percorsi di “turismo responsabile cittadino”, che contribuiscano al dialogo interculturale e a una migliore conoscenza da parte della cittadinanza delle comunità di migranti del territorio.

sabato 26 novembre 2011

La valutazione dei progetti di co-sviluppo: criteri e indicatori

Es un documento de Flavia Piperno y Andrea Stocchiero investigadores del Cespi. Documento muy importante para quienes trabajan o estan interesados en la elaboración, gestión y ejecución de proyectos de co-desarrollo. Que analiza y evalua 31 proyectos financiados por la Municipalidad de Milán – Italia en el 2007 y 2008, realizados por Ongs Italianas y Asociaciones de Inmigrantes.

Los conceptos de co-desarrollo aún tienen diferentes visiones en relación a la formación profesional de estudiosos y ejecutores e aquí la siguiente que corresponde al Cespi “...un modelo de cooperación al desarrollo, que tiene como referencia sobre todo la cooperación descentrada, en la cual los inmigrantes son considerados actores de desarrollo de la comunidad de orígen y al mismo tiempo actores dinámicos en la construcción de la ciudadanía en la sociedad que los acoge. Los objetivos del co-desarrollo tienen por lo tanto una triple implicación para los migrantes, la sociedad de orígen y de acogida: Una integración pro-activa y solidaria, un acompañamiento a las acciones de cooperación con las propias zonas de orígen y al mismo tiempo la promoción de la educación al desarrollo de la sociedad de acogida sobre las causas profundas de la migración”
Cespi: Documento original

martedì 22 novembre 2011

Due Sponde - Dos Orillas

Desarrollo económico y promoción de empresas socialmente utiles en las regiones de orígen de la emigración peruana en Italia

El Proyecto:

El proyecto "Due Sponde" nace del encuentro de 12 Ongs italianas e internacionales especializadas en acciones de co-desarrollo en ocasión del financiamiento "Progetti Paese" promovida por la Fundación Cariplo.

El co-desarrollo es una metodología que se basa en la presencia de migrantes en un determinado territorio para iniciar procesos de desarrollo que traigan beneficios sea al país de orígen (en este caso el Perú) sea en aquello de destino (Italia y Lombardia en particular) dentro del proceso migratorio.


El proyecto a iniciado en mayo del 2011 con el objetivo de dar  impulso al desarrollo socio-económico en el territorio de procedencia de la comunidad peruana inmigrante en Lombardia. El objetivo es valorizar las asociaciones de inmigrantes peruanas presentes en Italia y crear ocasiones de encuentro, inversión y participación directa de los mismos migrantes en la generación de trabajo y fuentes de ingresos económicos en el país de nacimiento.

Las Actividades en Italia:

Junto a las diferentes actividades en Perú, el proyecto "Due Sponde" prevee una serie de actividades en Italia, estructuradas en tres componentes principales:
  1. Comercio: Creación de una cooperativa de migrantes, a través de un proceso de formación educativa y de asesoria, para favorecer el intercambio entre Italia y el Perú e identificar nuevos canales comerciales.
  2. Asociacionismo y co-desarrollo: Reforzamiento de las asociaciones de migrantes peruanos en Lombardia, en particular en el sector de co-desarrollo, a través de un proceso de formación que prevee un financiamiento interno para el financiamiento de microproyectos en Perú.
  3. Educación a la Mundialidad: Reflexión y sensibilización de los migrantes y de la ciudadanía lombarda sobre los temas de migración, de co-desarrollo y de la Cooperación Italia - América Latina, con laboratorios de fotografia y propuestas didácticas dirigidas en particular a las escuelas superiores
Ongs involucradas en las actividades en Italia:

 Cesvi - Ong laica e independiente fundada en 1985. Con 30 sedes en el extranjero, trabaja para afrontar todo tipo de emergencia con proyectos de lucha contra la pobreza, valorizando los recursos locales y movilizando las poblaciones beneficiarias. El trabajo sobre el tema de la migración se concentra sobre iniciativas de co-desarrollo dirigidos a los migrantes de la Región Lombardia.
Fundación ISMU - Es un ente científico autónomo e independiente que promueve estudios, investigación e iniciativas sobre la sociedad multiétnica y multicultural, con particular atención al fenómeno de las migraciones internacionales. Se presenta como una estructura de servicio, abierta a la colaboración con las instituciones, las entidades públicas, el mundo del no profit y las instituciones científicas en Italia y en el exterior.
Fratelli dell'Uomo - Asociación laica e independiente nacida en 1969. Sostiene proyectos de desarrollo en Africa y América Latina, con particular atención a los temas de soberanía alimentaria, sostenibilidad ambiental, reforzamiento de los movimientos sociales. En Italia realiza programas de formación y educación a la mundialidad.
ASPEM - Ong nacida en 1979 de una experiencia de comunidad cristiana de base, con un fuerte empeño civil. Realiza proyectos de desarrollo y de educación a la ciudadanía mundial, forma y envia voluntarios, sostiene la creación de redes y promueve ocasiones de intercambio como instrumento para afirmar un modelo de desarrollo recíproco.

Para mayor información sobre las actividades y calendario del proyecto escribir a giuliolittamondignani@cesvi.or Tel. 035 2058036

Traducido del volantino publicitario por: Eleuterio Ruiz

sabato 19 novembre 2011

Dall’Italia al Perù per costruire relazioni

Intervista ad Attilio Salviato, dal 2004 rappresentante del Cesvitem a Trujillo: dall’impatto con la realtà peruviana alle idee per il futuro dei nostri progetti.

“Gli altri costruiscono strutture, noi del Cesvitem Perù costruiamo relazioni. Per dare a tutti la possibilità di realizzare il proprio potenziale”. Attilio Sante Salviato dal 2004 è il rappresentante del Cesvitem a Trujillo. Originario di Arino, un paese dell’entroterra veneziano, è l’unico italiano tra gli operatori della nostra associazione nel Sud del mondo. O meglio, italo peruviano, visto che in questi sette anni ha messo su famiglia e le sue radici affondano ormai in Sudamerica. Il suo è dunque un punto di vista assolutamente originale, la concretizzazione di quel ponte tra culture e popoli che da sempre è l’obiettivo del Cesvitem. A ottobre Attilio, con i figli e la moglie Monica, è stato in Italia per un periodo di riposo: ecco cosa ci ha raccontato.
 
Dalla provincia di Venezia a Trujillo. Quali sono state le tappe del tuo viaggio?
È stato un lungo percorso, fatto di esperienze, incontri, corsi di formazione. Ho sempre avuto dentro una passione per il mondo, un desiderio di andare, conoscere. Ho viaggiato molto, dall’Africa al Sudamerica. Nei primi anni ’90, gli anni della guerra in Jugoslavia, con gli amici della parrocchia capimmo che, davanti ai problemi del mondo, non potevamo fare finta di nulla. Rimettemmo in moto una vecchia cooperativa per la vendita del latte, da anni era inattiva, convertendola al commercio equo e solidale. Ma nonostante tutto non mi sentivo in pace, sentivo il desiderio di una scelta più radicale. Quando nel 2003 il Cesvitem mi propose di andare in Perù capii che la mia vita era ad una svolta.

Proviamo a spiegare il Perù agli italiani, andando oltre alla tradizionale immagine turistica?
Semplificando possiamo dire che i peruviani hanno gli stessi bisogni, materiali e relazionali, che hanno gli italiani. Soltanto che in Perù questi bisogni restano in gran parte insoddisfatti, a causa di una mancanza pressoché totale di solidarietà, interna ed esterna. Interna nel senso che non c’è traccia di stato sociale o di equità. Esterna nel senso che le risorse del paese sono preda delle multinazionali estere, che trattengono tutta la ricchezza creata lasciando alla gente di qui solo gocce infinitesimali.
In questo quadro qual è il ruolo del Cesvitem?
Siamo un ente privato che supplisce alle carenze del pubblico, erogando una grande quantità di servizi a livello educativo, sanitario, sociale. È questa la nostra particolarità: le altre ong presenti a Trujillo e in Perù costruiscono prevalentemente strutture, noi costruiamo relazioni con le persone. È un lavoro più difficile, che richiede un grande investimento, economico e di energie, e i cui risultati si possono vedere solo a lungo termine. Ma siamo convinti che questo rapporto il più possibile personalizzato con i beneficiari dei nostri progetti sia la chiave per rendere più efficace il nostro aiuto. Cerchiamo di dare a tutti le stesse opportunità di partenza, di dare a tutti i bambini l’occasione di esprimere le loro potenzialità. Certo alcuni, i più bravi, fanno più strada, accedendo alle borse di studio secondarie e universitarie. Ma nessuno viene lasciato indietro.

Al di là dell’sostegno economico, cosa possiamo dare noi al Perù?
C’è bisogno di un osmosi culturale, di aiutare i peruviani, anche attraverso una contaminazione di idee, ad aprirsi verso un futuro vero. Mi spiego: qui, a livello di obiettivi nazionali e di dibattito pubblico, siamo costantemente cinque-dieci anni indietro. Oggi si parla di investimenti per satelliti, per l’esercito, per le centrali nucleari, tutte cose che il mondo “avanzato” comincia fortunatamente a vedere come qualcosa del passato. In compenso non si parla di difesa dell’Amazzonia o di energie alternative, temi da cui dipende il futuro non solo del Perù, ma di tutta l’umanità.

Cosa sogni per il futuro dei tuoi figli?
Un po’ quello che spero per tutti i bambini e i ragazzi dei nostri progetti: che abbiano la possibilità e il desiderio di studiare. Ma per i miei figli sogno soprattutto che siano davvero multietnici, e non solo perché il loro sangue è un misto italo-peruviano. Che seguano la loro strada, ma che siano sempre cittadini del mondo, aperti all’incontro e al dialogo con tutti. 
L’intervista completa sarà pubblicata sul prossimo numero del Girotondo, in uscita a dicembre.

Notizia del 11/11/2011 

Ministero Cooperazione Internazionale e Integrazione

Un Ministero separato alla Cooperazione Internazionale è segno importante per questo governo che segna una forte discontinuità dal passato. Un Ministero con delega alla Cooperazione Internazionale unita a quella all'Integrazione è segno di una lettura innovativa di cooperazione, migrazione e cosviluppo di cui l'Italia ha fortemente bisogno. Supera la semplice divisione Italia/Estero e vede la presenza migrante come un fattore importante. Un Ministero per la cooperazione affidato ad una persona come Andrea Riccardi è segno di una visione della cooperazione che non è semplice realizzazione di progetti fini a se stessi ma è un'idea di cooperazione come diplomazia popolare, politica estera, costruzione di relazioni internazionali.

venerdì 4 novembre 2011

CONVEGNO: Immigrazione e Co-sviluppo

L’ 11 novembre 2011 dalle ore 9:oo alle ore 13:00 presso il Salone Comunale di Forlì, P.zza Saffi n 8 si svolgerà  il Convegno “Immigrazione e Co-sviluppo”.

L’iniziativa è stata promossa dal  Centro Innovazione su Welfare e Cooperazione Internazionale in collaborazione con l’ UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Il Convegno tratterà temi e percorsi di co-sviluppo tra l’Italia e l’Albania, con specifico riguardo all’imprenditora sociale dei migranti albanesi presenti sul territorio, interveranno durante la mattinata Davide Drei Assessore al Welfare del Comune di Forlì, Donatella Bortolazzi Assessore alla Cooperazione internazionale Regione Emilia Romagna e Endri Xhaferaj  dell’Associazione Juvenulja.

Molti saranno gli interventi e molte le tematiche affrontate come “le politiche economiche  e la cooperazione italiana allo Sviluppo in Albania nel triennio 2011- 2013: il Fondo per lo Sviluppo delle Piccole e medie imprese, Ministero dell’Economia, Commerci e Energia albanesi”.
Scarica il programma

martedì 1 novembre 2011

Co-sviluppo

Per cosviluppo si intende comunemente l’insieme delle politiche e delle iniziative che vedono la partecipazione dei migranti e delle loro reti sociali dedicate allo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine e di destinazione, e si basa sull’idea di un’interdipendenza tra territori nei processi di sviluppo. 
Secondo i membri di Eunomad, il co-sviluppo è un processo fondato sulla mobilità, sugli scambi, sulle migrazioni e dovrebbe rafforzare i legami tra i territori e le popolazioni. Il riconoscimento delle competenze dei migranti e delle migrazioni come una ricchezza è una condizione fondamentale per costruire uno sviluppo condiviso, sostenibile e interculturale.
Il cosviluppo è….
… il riconoscimento nella mobilità di una ricchezza per i territori, qui e lì
L’investimento dei migranti, individuale e/o collettivo, attraverso le loro reti e associazioni, ha permesso di migliorare in modo considerevole le condizioni di vita delle loro comunità rimaste nei paesi di origine. Essi sono divenuti attori importanti anche aldilà della ristretta cerchia familiare, agendo sulle realtà di interi territori e diventando interlocutori di primo piano per i poteri locali nel Sud.
La portata della loro mobilitazione si estende ugualmente nel territorio di residenza. Sempre più riconosciuti come degli attori imprescindibili dai diversi esperti europei della cooperazione internazionale, le loro iniziative ne fanno dei cittadini di uno spazio globale ma ancorato alle realtà locali. Ciò rende i migranti e le loro associazioni interlocutori affidabili ed efficaci nelle istante di concertazione, mediazione e costruzione di un vivere meglio e insieme in Europa.
…. un modo per riequilibrare il disequilibrio tra aree del mondo
Spostandosi da un paese all’altro, i migranti internazionali non prendono solamente parte alla realtà dei territori di arrivo, ma acquisiscono la capacità di essere presenti in una realtà multipla. Diventano così attori in una relazione Nord / Sud attualmente caratterizzata da profondi disequilibri, ma il loro intervento ha un potenziale di trasformazione di questa relazione tra paesi di arrivo e paesi di origine.
… un processo di lungo periodo
Il cosviluppo, così com’è inteso da Eunomad, si rivolge prioritariamente verso una prospettiva di lungo periodo destinata al miglioramento sostenibile delle condizioni di vita e della coesione sociale nei territori di origine e di insediamento.
…un imperativo di reciprocità
Il « co » di cosviluppo si riferisce alla necessità di un interesse condiviso e di una concreta reciprocità nell’elaborazione e nella messa in opera delle azioni di cui i migranti possono essere non solo operatori o beneficiari passivi, ma degli iniziatori, degli attori e dei partner.

Perché parlare di cosviluppo?
L’interesse dei membri nell’occuparsi di cosviluppo parte dalla constatazione che il dibattito riguardante le migrazioni e la loro interazione con lo sviluppo è troppo spesso orientato sull’idea che bisogna sostenere i migranti perché più sviluppo nei paesi di origine limiterebbe i flussi migratori.
A partire dall’osservazione e dalla condivisione delle pratiche in Italia e in Europa si è compreso che il percorso che porta alla realizzazione delle attività co-sviluppo più significative si basa su alcuni fattori: che esistano dei diritti di mobilità, regolati coerentemente ed umanamente che permettano ai soggetti coinvolti di spostarsi tra paesi di origine e di destinazione; che siano predisposte politiche per l’accoglienza e il riconoscimento dei diritti di cittadinanza (e/o di una “doppia” cittadinanza); che esistano politiche di sostegno alle azioni di co-sviluppo per lo stimolo alla nascita di partenariati territoriali. Se questi fattori descritti mancano, il processo che porta ad azioni di co-sviluppo rallenta o diventa più complesso e le potenzialità rimangono inespresse.
Se i presupposti descritti mancano, il processo che porta ad azioni di cosviluppo si rallenta o diventa più complesso. Come nel caso della rete europea, gli obiettivi di base che la piattaforma italiana si propone sono rafforzare le associazioni dei migranti e delle loro azioni, favorire lo scambio delle buone pratiche di cosviluppo, ricercare il confronto con le altre organizzazioni e le istituzioni, locali ed europee. Aldilà delle attività previste, comunque, la piattaforma ha stabilito di sostenerne anche altre se saranno coerenti con l’obiettivo di rendere concreti quei presupposti.
In conclusione, l’obiettivo è ribaltare l’approccio strumentale e repressivo relativo al legame tra le migrazioni e lo sviluppo evidenziandone le straordinarie opportunità per costruire una nuova idea di co-operazione che nasce dal Sud e vuole riportare al centro dell’attenzione il rapporto tra le comunità e il soddisfacimento dei loro bisogni.
 Fonte:
www.gaong.org/eunomad 

venerdì 30 settembre 2011

UN NUOVO CORSO DEL CELIM SULLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Il 26 ottobre inizia il corso di cooperazione di Amici CeLIM & CeLIM: 9 lezioni da 2 ore circa, tutti i mercoledì sera a partire dal 26 ottobre, presso la sede CeLIM a Milano per capire cos'è e come funziona la cooperazione internazionale e insieme per sostenere il progetto di “Co-sviluppo in Albania”. Il corso è organizzato dall'associazione di volontariato Amici CeLIM con il supporto dell'ONG CeLIM ed è rivolto a chiunque sia interessato a muovere i primi passi nel mondo della cooperazione internazionale. Le lezioni si terranno tutti i mercoledì dalle 18.30, a partire dal 26 ottobre, presso la sede CeLIM a Milano, in via San Calimero 13 (MM3 Crocetta - bus n°94 – tram n°16 -24) Le iscrizioni chiudono il 15 ottobre: scarica il modulo di iscrizione dal sito del celim e invialo, unitamente alla copia del bonifico o del bollettino, a amici@celim.it oppure consegna tutto a mano in via San Calimero 13, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Programma del corso COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: ISTRUZIONI PER L’USO: Lezione 1: Introduzione alla cooperazione internazionale e a CeLIM Lezione 2: Le nuove frontiere della cooperazione: il co-sviluppo Lezione 3: Il ciclo di progetto Lezione 4: Testimonianze dirette – Servizio Civile Internazionale e cooperanti espatriati Lezione 5: Comunicare lo sviluppo Lezione 6: Strategie di fund raising Lezione 7: Amministrazione - Rendicontare un progetto Lezione 8: I bandi di finanziamento Lezione 9: Workshop finale e consegna degli attestati Offerta minima: 150 euro* materiale didattico incluso. La quota di iscrizione al corso andrà interamente a sostegno del progetto di “Co-sviluppo in Albania” che ha l’obiettivo di valorizzare il capitale professionale ed umano dei migranti albanesi intenzionati a rientrare nel loro paese d'origine. Versamento quota di iscrizione: * C/C postale 000052380201 intestato a CeLIM * C/C bancario intestato a AMICI CeLIM, Credito Artigiano, IBAN IT54N0351201602000000001981 *Tutte le offerte a favore di CeLIM sono fiscalmente deducibili o detraibili dalla dichiarazione dei redditi (L. 49/87 sulle ONG, D.Lgs. 460/97 sulle Onlus e L.80/2005 “Più dai, meno versi”). Conservare la ricevuta di versamento. Per maggiori informazioni: amici@celim.it , 02.58316324

domenica 25 settembre 2011

Cosviluppo: soluzione vantaggiosa per tutti?

Il cosviluppo non offre la bacchetta magica ai politici europei che vorrebbero trarre vantaggio dal lavoro dei migranti in Europa, senza occuparsi della loro integrazione o della soluzione dei i problemi dei paesi in via di sviluppo. Il cosviluppo offre piuttosto un modo di coinvolgere i migranti, con la loro preziosa conoscenza dei luoghi d’origine, nelle decisioni relative al sostegno ai propri paesi. In parallelo il cosviluppo consente ai migranti stessi di usare le nuove competenze acquisite a beneficio dei propri paesi d'origine, permettendo ai paesi in via di sviluppo di ridurre notevolmente l'impatto negativo della migrazione. Infine, il cosviluppo permette ai paesi di accoglienza di valutare da una nuova prospettiva gli insegnamenti che possono essere tratti dalle comunità migranti e qual’è il loro contributo ai paesi in cui hanno scelto di vivere. Affinché ciò avvenga, è necessario che l’Europa adotti provvedimenti adeguati, volti a garantire l’efficacia delle iniziative di cosviluppo. Se la migrazione circolare resterà un privilegio degli individui altamente qualificati, se i migranti privi di documenti saranno ignorati, se si negherà ai potenziali rimpatriati la portabilità della pensione, allora la retorica non varrà a nulla per le nazioni più povere del mondo e per i milioni di migranti che vivono in Europa. Solidar e le organizzazioni affiliate realizzano progetti di cosviluppo mettendo in relazione coloro che migrano in Europa con le rispettive comunità d’origine in Africa nord-occidentale, in Europa orientale e in America Latina, facendo sì che i giovani ai quali è stato negato il diritto d’asilo non debbano, una volta rimpatriati, tornare a lottare contro l’indigenza e la mancanza di prospettive e tutelando i diritti dei lavoratori migranti nei paesi d’origine e di accoglienza. L’esperienza concreta dei membri di Solidar sul cosviluppo ci permette, come network, di affermare che la migrazione e lo sviluppo sono intrinsecamente legate e che è necessario assumere impegni fermi per garantire il successo dei progetti di cosviluppo. Fonte: Italia Multiculturale

domenica 17 luglio 2011

Due Sponde

Progetto DUE SPONDE - Sviluppo economico e promozione di imprese socialmente orientate nei dipartimenti  d’origine dell’emigrazione peruviana in Italia. SolidaRete nasce come progetto comune del Consorzio Gino Mattarelli della cooperazione sociale (CGM), del Consorzio CTM ‐ Altromercato per un commercio equo e solidale, e della Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV). Tre realtà del mondo della solidarietà e della cooperazione che da decenni sono impegnate nei rispettivi ambiti di competenza per promuovere una maggior giustizia sociale, il bene comune tra le persone, le comunità e gli Stati.

Intervento progettuale di A.L.M.A., una delle 13 ONG affiliate Focsiv in partnership con la Ong CE.PRO.VI - Centro de Protection a las Victimas de la Violencia – opera nella zona urbana e rurale di Castillo Grande, distretto di Rupa Rupa, Provincia Leoncio Prado, Dipartimento di Huánuco. Il progetto vuole promuovere un meccanismo di maggiore efficienza nel settore produttivo agro-florovivaistico, attraverso la creazione d’impresa sociale che possa ampliare e migliorare le attività produttive commerciali dei campesinos, convertendo le coltivazioni tradizionali; una aggregazione dei settori economici presenti nella zona per modificare la forma di lavoro attraverso lo strumento dell’impresa sociale e rinforzare le capacità imprenditoriali locali. Si prevede l’eliminazione delle coltivazioni preesistenti, l’adeguamento e la diversificazione di 5 ettari di  terreno agricolo con relativa implementazione di colture agricolo/florovivaistiche sostitutive. La formazione teorico-pratica nel settore agricolo e florovivaistico affianca l’implementazione di attività generatrici di reddito nel settore e l’ utilizzo delle risorse a fini commerciali per il mercato locale e nazionale. Il processo di trasformazione del terreno a colture altre si attua mediante la realizzazione di una unità produttiva (che coinvolge gli abitanti della zona urbana e rurale)  per una filiera supportata da laboratori di trasformazione e commercializzazione del prodotto e lo sviluppo di ulteriori settori economici generatori di reddito.

Fonte: www.almaonlus.it

Cos-viluppo: INNOVAZIONE E INTERAZIONE

Argomenti quali sviluppo economico, commercio internazionale, investimenti, partnership economiche, imprese miste, joint ventures, non sono sicuramente delle novità di per sé. Lo sono però se nella loro natura imprenditoriale vengono coniugate e apparentate al tema dello sviluppo per come affrontato dalla Cooperazione Internazionale, soprattutto da quegli attori che nei progetti di sviluppo pongono gli aspetti sociali, culturali, ambientali e umani al pari dell’aspetto economico. In sostanza un’idea completa di sviluppo sostenibile, coniugato attraverso interessi condivisi.

Per quanto ci riguarda, da tempo stiamo agendo in un quadro più ampio in cui ragionamenti su altri strumenti di cooperazione possono essere fatti in sinergia con il mondo del privato profit, proprio partendo da una chiara condivisione dei reciproci interessi. In questo scenario un ruolo non marginale ricopre la partecipazione diretta delle comunità migranti: non è solo una questione di rimesse, che sono comunque una risorsa importante che potenzialmente può contribuire a processi di sviluppo, ma si tratta anche di strategie di crescita imprenditoriale ed economica personale che possono trovare nuovi canali di espansione favorendo lo sviluppo nel proprio Paese, anche “solo” come ricaduta indiretta del loro fare business nel Paese di origine.

Diventa quindi di estrema importanza e di enorme interesse coinvolgere in questo processo tutti gli attori che hanno a che fare con l’imprenditoria, l’internazionalizzazione di impresa, gli investimenti all’estero, i movimenti di capitali e i servizi finanziari e lo sviluppo sostenibile, sia in Italia che nel Paese di provenienza delle comunità migranti. Questo discorso, si pone a pieno titolo in un più ampio panorama di riflessione su quello che può essere il rapporto tra settore profit privato e il settore non-profit all’interno della cooperazione internazionale su cui si è avviato da tempo un percorso di riflessione con le ONG, il Ministero degli Affari Esteri, le rappresentanze degli Industriali e le fondazioni.

E’ importante notare dunque che gli argomenti che si toccano su questo tema a livello “nazionale” siano in realtà argomenti di primo piano anche per gli attori privati e pubblici nei Paesi extra-Europei, dove sempre con maggior forza si sottolinea la necessità di coniugare i progetti di sviluppo con strategie di investimento. Ed è anche importante notare come il tema dell’interazione tra privato profit e privato non-profit sia sempre più all’ordine del giorno anche nelle strategie di cooperazione dell’Unione Europea, non in un’ottica di sostituibilità o di concorrenza, ma in uno sforzo sinergico che riconosca le specificità degli attori e che porti ad esaltare il valore aggiunto che la compartecipazione di interessi condivisi può portare in un’ottica di politiche di cooperazione allo sviluppo.

Publicatto il 06 di luglio in  www.cosv.org

In-fomare. Percorsi di co-sviluppo tra Italia e Marocco

La migrazione marocchina, con oltre 400.000 presenze sul territorio nazionale, si colloca al terzo posto tra le comunità di migranti presenti in Italia, di cui il 24,4% risiede in Lombardia. La Lombardia è la prima regione italiana per presenza di emigrati marocchini e circa 21.000 marocchini risiedono a Milano.

I migranti provenienti dal Marocco, oltre all’importantissimo contributo all’economia del paese di residenza, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del proprio paese di origine tramite l’investimento di parte delle loro rimesse in progetti imprenditoriali nelle regioni/società di provenienza. Il volume delle loro rimesse rappresenta un grande potenziale per lo sviluppo e la crescita economica e sociale del Marocco, che nel 2000 ha permesso a 1,2 milioni di persone di uscire dalla povertà. L’aumento delle rimesse ha inoltre favorito l’emergere di un parallelo processo di “qualificazione” e di “diversificazione” dei trasferimenti operati dai migranti. Un processo di qualificazione, in quanto le rimesse sembrano finalizzate sempre più spesso a offrire un contributo allo sviluppo locale delle regioni di provenienza e non più al solo sostegno delle famiglie; un processo di diversificazione, che si concretizza nel trasferimento di beni, servizi, saperi e tecniche di tipo materiale e immateriale.

Per questo fenomeno in continua crescita, il governo marocchino ha ritenuto fondamentale creare istituzioni ad hoc per quei migrati alla ricerca di migliori condizioni economiche di investimento: il Ministero dei Marocchini Residenti all’Estero e i centri di servizi specializzati per supportare i nuovi imprenditori (Centri Regionali di Investimento, C.R.I).

In questo contesto, il COSV insieme alle associazioni Medinaterranea e Al Ouissal e al CRI, al Ministero della Comunità Marocchina residente all’Estero, all’Unione Artigiani Provincia di Milano e Monza e alla Camera di Commercio – Camera Arbitrale, promuove un percorso di co-sviluppo tra Italia e Marocco. Il progetto si propone di promuovere lo sviluppo sociale ed economico dei migranti marocchini residenti in Italia e del loro territorio d′origine attraverso il supporto formativo e informativo per potenziali investimenti, di favorire gli investimenti dei migranti marocchini residenti nel territorio di Milano e Provincia e di incoraggiare gli imprenditori italiani interessati a cooperare in progetti imprenditoriali che abbiano ricadute significative in termini di sviluppo economico nella regione di Tadla Azilal.

Per raggiungere questi obiettivi, sono previste attività di formazione, di informazione e di networking, tra cui: l’organizzazione di seminari di formazione; servizi di assistenza e supporto a progetti di investimento selezionati; attività seminariali su investimenti e sviluppo economico nella regione di Tadla Azilal; organizzazione di workshop per la formazione di base indirizzati ad associazioni di marocchini a Milano e provincia; la promozione di network tra le realtà associative marocchine presenti sul territorio milanese/lombardo; l’istituzione di un servizio di informazione e assistenza permanente a Milano (front office/sportello di assistenza) per informare sulle possibilità di investimento in Marocco e favorire collegamenti con le istituzioni marocchine; la diffusione dei servizi forniti dal CRI e dal Ministero Migranti Marocchini presso le comunità di migranti all’estero; la creazione di strumenti di diffusione e informazione (spazio web e opuscoli); la realizzazione di inserti periodici di informazione e sulle possibilità di investimento economico; la creazione di spazi web; l’organizzazione di un seminario finale che coinvolga altre istituzioni e altre realtà di immigrati (in particolare le comunità egiziane diffuse sul territorio del Milanese) in vista di una possibile replicabilità dell’iniziativa.

Il Marocco è uno stato dell’Africa settentrionale, nella parte occidentale della regione definita anche come Maghreb. Il progetto ha individuato la regione di Tadla-Azilal, una delle 16 regioni del Marocco, come area geografica campione per l’implementazione del progetto. La regione ricopre un ruolo importante e attivo nell’economia marocchina: il settore agricolo e di produzione agro-alimentare costituiscono il pilastro della sua economia; il turismo rappresenta un settore strategico della regione in piena crescita; la mano d’opera è diversificata e qualificata, dunque in grado di rispondere alle esigenze espresse da un mercato del lavoro in continua evoluzione. Infine, proprio per il suo potenziale di crescita, la regione gode di una particolare attenzione del governo marocchino in termini di agevolazioni e facilitazioni a disposizione di nuovi investimenti.

Guarda la scheda di progetto

Mediterraneo. Dove?

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Questo pomeriggio Confindustria Messina in collaborazione con Assafrica&Mediterraneo, presso la Camera di Commercio, sede dell’Associazione, ha organizzato un seminario dal titolo: “Mediterraneo. Dove?”.
L’Italia in relazione ai cambiamenti socio-economici che hanno investito paesi come la Tunisia, il Marocco, l’Algeria deve riformulare il suo ruolo e cercare di inserirsi autonomamente ed in posizione leader nelle nuove industrie del Mediterraneo.
Il nostro Paese deve, infatti, cogliere le opportunità economiche e di investimento rappresentate dalle generazioni sudmediterranee e puntare ad una cooperazione industriale.  Paesi come l’Inghilterra e la Francia sono già presenti nelle nuove realtà africane e l’Italia rischia di rimanere indietro se non agirà da subito in tale direzione.
Le economie emergenti saranno le nuove protagoniste della crescita mondiale e i cambiamenti politici, sociali e culturali che hanno posto l’area mediterranea al centro dell’attenzione mediatica, concorrono a definirne il nuovo ruolo economico.
Ciò che bisogna fare è promuovere un Cosviluppo che parta dalla conoscenza dei mercati locali e arrivi a favorire non solo l’esportazione ma anche, e soprattutto, gli investimenti nelle nuove piccole e medie imprese.
Presente all’incontro Ivo Blandina, presidente di Confindustria Messina, che ha manifestato la sua posizione ottimista nei confronti di una possibile avanzata siciliana verso i nuovi soggetti economici africani.
Hanno relazionato: Pier Luigi d’Agata, Direttore di Assafrica&Mediterraneo, Hechmi Chatmen, delegato Fipa Tunisia, Gian Carlo Bertoni, responsabile marketing Simest, Giuseppe Grandi, responsabile Banca Intesa Sanpaolo e Francesco Stella, Mediocredito Italiano.
Questa “nuova era mediterranea” rappresenta per l’Italia un’occasione irripetibile, è stato affermato in conferenza, “la possibilità di un riposizionamento come leader del nostro Paese”.
Fonte: www.messinaweb.tv

martedì 14 giugno 2011

MIGRANTI E CO-SVILUPPO IN SENEGAL

Autore:  Andrea Bessone - Simona Guida
Il migrante in quanto agente dello sviluppo del Paese d’origine è la considerazione di fatto da cui si snoda questa ricerca, condotta da CISV e FONGS, per fornire e raccontare strumenti di orientamento per iniziative di cooperazione.
Le due associazioni - una italiana e una senegalese - si impegnano in una riflessione sul ruolo dei migranti, tanto al Nord quanto al Sud del mondo, consapevoli del fatto che, per rispondere alle diverse sfide dello sviluppo, è necessario implicare i migranti nelle strategie e nelle azioni verso il Paese d’origine e renderli protagonisti attivi nella società del Paese di destinazione.

La pubblicazione è realizzata grazie al contributo di:
- Unione Europea attraverso l iniziativa congiunta della Commissione Europa e delle Nazioni Unite per la Migrazione e lo Sviluppo nell ambito del progetto SPES: Senegal, Piemonte e Sardegna, migrazione e co-sviluppo, promosso da CISV, Arcoiris, Asescaw e FONGS
- Regione Piemonte nell ambito del progetto Piemonte- Senegal: immigrazione e co-sviluppo, iniziativa a regia regionale, promossa dal programma di sicurezza alimentare e lottà alla povertà in Sahel e Africa Occidentale.
Fonte: Cisv

giovedì 2 giugno 2011

ASSOCIAZIONI DI MIGRANTI PER IL CO-SVILUPPO

Corso di formazione gratuito:

Il corso di formazione Empowerment of Migrant Associations for Co-development, promosso dall’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) con il supporto della Cooperazione Italiana (Ministero Affari Esteri), si propone di sostenere le iniziative dei migranti in Italia per lo sviluppo socio-economico e culturale dei paesi d’origine della migrazione, attraverso azioni di capacity building per i migranti e le loro associazioni intenzionate ad avviare progetti di co-sviluppo dall’Italia.

Il concetto di co-sviluppo si basa sulla convinzione che grazie alle risorse e alle attività connesse ai movimenti migratori sia possibile innescare e promuovere processi di miglioramento tanto delle comunità e dei territori di origine quanto di quelle di destinazione toccate dalle migrazioni.
Il co-sviluppo sostiene e valorizza le competenze, le capacità e la mobilità dei migranti in un processo dinamico, mettendo al centro il valore della persona. Il co-sviluppo vede protagonisti i migranti e le loro comunità di riferimento, sia quelle di residenza che quelle di provenienza, secondo un approccio partecipativo. Idee e pratiche di co-sviluppo possono informare una nuova politica per un mondo interdipendente più equo e giusto, più libero e sostenibile.

Destinatari

Al percorso formativo possono partecipare i membri delle associazioni di migranti del Lazio provenienti da paesi non UE che siano attive e/o interessate ad operare nell’ambito del cosviluppo.
 
Obiettivi del Percorso Formativo

1. Rafforzamento delle associazioni di migranti
Il corso intende migliorare le competenze organizzative delle associazioni, accrescere le loro capacità progettuali e contribuire ad un loro maggiore radicamento sul territorio.
2. Progettazione e sviluppo di attività di cooperazione internazionale
Dopo aver lavorato sugli strumenti di formazione, gestione e progettazione per le associazioni, il percorso formativo intende fornire gli strumenti necessari ad una corretta progettazione nell’ambito del co-sviluppo (logical framework, albero dei problemi, identificazione degli indicatori, metodologie di valutazione).
3. Fornire strumenti per la ricerca di partnership e finanziamenti per la cooperazione internazionale
Il corso intende descrivere le strategie e gli strumenti necessari a rivolgersi al mondo istituzionale che regola e sostiene finanziariamente le attività delle organizzazioni della società civile e delle associazioni ed agli attori privati.
4. Fornire strumenti di collaborazione tra associazioni
Il corso intende fornire degli strumenti di consolidamento di rapporti e relazioni tra associazioni di migranti (es. forum, network regionali o nazionali, mailing list, etc.).
La formazione prevede il trasferimento di conoscenze tecniche sia sul tema dell’organizzazione delle associazioni, che su quelli della progettazione, realizzazione e gestione finanziaria dei progetti. L’approccio formativo intende garantire un’interazione costante tra formatori e membri delle associazioni, e non si incentra solo sulle lezioni frontali, ma privilegia momenti di scambio tra partecipanti e formatori, e lascia molto spazio a metodologie di apprendimento ed esercitazioni pratiche, basate sul learning by doing. Sarà inoltre favorito il coinvolgimento di attori presenti sul territorio italiano (in particolare la Provincia di Roma) per favorire una migliore comprensione dei meccanismi di partnership con enti locali, importanti sia per rafforzare le associazioni di migranti in Italia, sia per promuovere le attività di cooperazione con i territori di origine.

Perché le associazioni di migranti?

Le organizzazioni del cosiddetto terzo settore rappresentano in Italia un fenomeno dinamico e, soprattutto, molto importante per la qualità della vita sociale e relazionale dei cittadini. All’interno di questo ricco tessuto associativo, le associazioni create dai migranti hanno attivamente contribuito al processo di inserimento e partecipazione nella società di destinazione, sostenendo i nuovi arrivati e fornendo una rete di relazioni con le persone e le istituzioni fondamentale per l’integrazione dei nuovi italiani. Questo processo spesso procede di pari passo con il mantenimento di forti legami con i paesi di origine della migrazione, e l’attenzione e l’interesse
verso i  contesti di provenienza si traducono anche nella realizzazione di attività di cooperazione.

Le attività di co-sviluppo dei migranti, se attentamente progettate e realizzate, possono dare un forte contributo alla cooperazione internazionale, valorizzando proprio quei legami tra l’Italia e i paesi di origine e quella conoscenza che i migranti mantengono in vita. L’attivismo dei migranti e l’alto numero di associazioni create da questi in Italia spiegano dunque perché vogliamo, attraverso questo percorso formativo, rafforzare e valorizzare la propensione transnazionale delle associazioni di migranti che hanno già avviato o intendono realizzare attività di cooperazione allo sviluppo.

Descrizione della formazione

I membri delle associazioni selezionate parteciperanno ad un percorso di formazione finalizzato alla progettazione e alla realizzazione di attività di co-sviluppo, diviso in 4 moduli formativi. Il corso potrà essere frequentato da un massimo di due rappresentanti per associazione.

Modulo 1. Il ruolo dell’Associazionismo ed il valore aggiunto di lavorare in rete
Città: Roma
Data: Sabato 28 maggio 2011
Docenti: Renato Briganti, docente Università di Napoli Federico II, Facoltà di Economia, presidente di Manitese Campania.

Il primo modulo formativo intende soddisfare i bisogni più basilari delle associazioni. Cosa vuol dire oggi “fare associazione”, come gestirne le strutture e le risorse umane, e soprattutto come massimizzare le attività, sia in termini di progettualità che di visibilità? In questo modulo rientrano dunque la strutturazione e l'organizzazione dell'associazione, la gestione delle risorse e la comunicazione sia interna (tra membri) che esterna. Quali opportunità può offrire inoltre un lavoro di “rete”, e come organizzarlo? Più che specifici contenuti formativi da apprendere e padroneggiare da un punto di vista tecnico si intenderà affrontare anche i punti critici rispetto all’attività associativa, il ruolo della leadership, il rapporto tra organi e le relazioni con l’ambiente, istituzionale
e non, in cui si vuole operare.

Modulo 2. Pratiche e modalità del co-sviluppo
Città: Roma
Data: Domenica 29 maggio 2011
Docenti: Sebastiano Ceschi, ricercatore CeSPI, esperto in migrazione e sviluppo.
Questo modulo verrà interamente dedicato ai processi di co-sviluppo, vale a dire a quelle azioni coordinate di interscambio e cooperazione tra territori che vedono protagonisti i migranti. Durante il tempo a disposizione si analizzeranno diversi aspetti e prospettive rispetto al co-sviluppo: il carattere transnazionale dei fenomeni migratori, le pratiche spontanee dei migranti, l’incontro con soggetti pubblici e privati e con organismi internazionali preposti alla cooperazione allo sviluppo, i limiti e le potenzialità del ruolo dei migranti come ‘agenti di sviluppo’. Oltre che delineare un campo di azioni e di attori (il ‘co-sviluppo’ appunto), il modulo intende sollecitare i partecipanti a confrontarsi direttamente con il tema, sia attraverso discussioni e scambi di riflessioni e esperienze, sia attraverso piccole esercitazioni utili a maneggiare in modo più concreto alcuni strumenti e strategie del cosviluppo.

Modulo 3. Strumenti e metodologie di progettazione. Sviluppo di idee di progetto
Città: Roma
Data: Sabato e domenica 11-12 Giugno 2011
Docenti: Dario Conato, ricercatore CeSPI, esperto in progettazione e PCM
Il terzo modulo consiste prevalentemente in una capacitazione volta alla conoscenza ed all'assorbimento degli strumenti necessari a pianificare e realizzare progetti. Per la presentazione di domande di progetto, sia nell’ambito di bandi europei che all’interno delle amministrazioni locali in Italia (regioni, province e comuni), è sempre più richiesto un alto livello di professionalità e di competenza. Presentare un piano di progetto non è dunque un’attività semplice. Individuare i problemi, le necessità del territorio di riferimento, gestire un budget secondo gli standard internazionalmente riconosciuti, rappresentano tutti elementi che un’associazione ha bisogno di saper padroneggiare. Questo modulo dunque, accompagnato inoltre da diverse esercitazioni pratiche, servirà proprio ad accrescere il livello di ideazione, scrittura e presentazione di progetti, sulla base delle richieste e degli standard di presentazione (modulistica, ecc) richiesti in ambito istituzionale.
 
Modulo 4. Istituzioni e finanziamenti. Opportunità e buone pratiche
Città: Roma
Data: Sabato 18 Giugno 2011
Il territorio italiano ed europeo offrono oggi diverse opportunità di finanziamento. Capire le strategie e gli strumenti per rivolgersi al mondo istituzionale che regola e sostiene le attività delle organizzazioni della società civile e delle associazioni di migranti o della diaspora resta dunque un elemento importante. Come trovare un bando a cui partecipare e come capire se risponde alle esigenze progettuali dell’associazione e dell’istituzione di riferimento? La capacità di ricevere finanziamenti passa dunque attraverso la conoscenza del nostro territorio e delle sue istituzioni. Questo modulo intenderà dunque offrire un panorama sulle realtà locali, nazionali e internazionali a cui sottoporre progetti, e favorire la conoscenza delle istituzioni pubbliche attraverso la ricerca della partecipazione di rappresentanti ufficiali di enti locali.

Metodologia

Gli incontri saranno organizzati nei seguenti elementi :
- Momento iniziale di condivisione e confronto con i beneficiari del percorso formativo, finalizzato alla raccolta di loro bisogni e aspettative, che saranno recepiti dai formatori
- Esposizione dei docenti supportata da strumenti audiovisivi
- Approfondimento dei temi trattati, anche con la presentazione di “studi di caso”
- Simulazioni ed esercitazioni (individuali e di gruppo) In particolare, il lavoro dei gruppi sarà orientato alla sperimentazione pratica dei contenuti del corso e alla formulazione di almeno due progetti di cooperazione internazionale.

All’avvio del corso è prevista la distribuzione di una cartellina con materiali e documenti utili per la didattica. A fine corso verrà inoltre distribuito un CD Rom contenente ulteriore documentazione di supporto per la formulazione e la gestione dei progetti, e indicazioni bibliografiche.

Durata e proposta di calendario

Il corso ha una durata di 36 ore, distribuite in incontri che si terranno un venerdì e in tre fine settimana.

Venerdì 27 maggio Incontro preliminare e contratto formativo
Sabato 28 e domenica 29 maggio
28 maggio 1° modulo formativo
29 maggio 2° modulo formativo
Sabato 11 e domenica 12 giugno
11 giugno 3° modulo formativo (prima parte)
12 giugno 3° modulo formativo (seconda parte)
Sabato 18 e domenica 19 giugno
18 giugno 4° modulo formativo
24 giugno Incontro conclusivo

Requisiti per la partecipazione

Il corso è aperto a tutti i membri delle associazioni di migranti provenienti da paesi non UE, regolarmente registrate e con sede nel territorio della Regione Lazio.
Le associazioni devono prevedere nel proprio Statuto la realizzazione di attività di cooperazione internazionale, oppure l’impegno a promuoverle.
Saranno selezionati per la partecipazione al percorso formativo i primi 20 membri di associazioni che confermeranno la propria iscrizione attraverso il modulo allegato.

Modalità di iscrizione

I membri delle associazioni di migranti interessati a partecipare al corso dovranno far pervenire all’OIM preferibilmente tramite e-mail, oppure via Fax, posta ordinaria, o tramite consegna a mano, la scheda di iscrizione in allegato, entro e non oltre le ore 18.00 di lunedì 16 maggio 2011.

Le schede di iscrizione dovranno essere inviate a:
e-mail: midaitalia@iom.int
Fax: 06 4402533
Indirizzo:
OIM Roma
Unità Migrazione e Sviluppo
Via Nomentana, 62
00161 - Roma
Tel: 06 44186223 begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting begin_of_the_skype_highlighting            06 44186223      end_of_the_skype_highlighting
Il personale OIM sarà a disposizione anche per eventuali richieste di informazioni aggiuntive o chiarimenti.
Fonte: www.cnel.it

domenica 29 maggio 2011

Immigrazione boliviana e co-sviluppo: il caso di Juntos por los Andes

Facolta: Scienze Nautiche
Corso: Scienze per la cooperazione allo sviluppo
Anteprima dell'appunto:


Riassunto Sintetico:
La mia analisi ha cercato di comprendere se e in che misura i progetti di co-sviluppo rafforzino il ruolo sociale e politico delle associazioni dei migranti in Italia. Nella mia ricerca sono partito da una esperienza concreta di un’ “associazione di associazioni” andine, “Juntos Por Los Andes” (JPLA). Questa associazione - attraverso il sostegno del CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale) e del SID (Society of International Development) - ha raccolto un fondo di solidarietà a favore di 4 progetti di cooperazione nei paesi andini (Perù, Bolivia, Ecuador, Colombia). Attraverso l’analisi di questa esperienza e del caso Zacatecas, ho cercato di comprendere quali siano i fattori di forza e di debolezza per cui i migranti diventano attori di sviluppo e in che modo questo nuovo ruolo conferisca alle associazioni coinvolte un maggiore potere politico e sociale. Per circoscrivere il terreno dell’ indagine, mi sono concentrato sulle associazioni facenti parte di JPLA presenti nella Regione Lombardia e in particolare localizzate a Bergamo. La provincia di Bergamo mi è parsa essere una caso di studio di estremo interesse vista la presenza della più grande comunità boliviana a livello nazionale (20.000 presenze, di cui ¾ illegali). E’ un contesto locale caratterizzato da un forte interesse per il tema cooperazione e migrazioni e la presenza di un ricco - anche se neonato e molte volte informale - tessuto associativo. L’associazionismo boliviano a Bergamo è un attore ancora molto fragile a causa di una storia di immigrazione recente, una competizione tra i diversi leader e sopratutto una grossa presenza di irregolari. Sull’onda dell’esperienza di JPLA, si stanno tuttavia sviluppando i primi tentativi, da parte delle diverse associazioni, di organizzarsi in una federazione per un impegno maggiore nel co-sviluppo.

Metodologia
La metodologia che ho usato ha voluto comprendere 3 livelli di analisi: micro, meso e macrosociologico. Il concetto di capitale sociale è centrale in questa ricerca che è stata svolta secondo metodi principalmente qualitativi e un’osservazione che mi ha reso parte attiva dei processi in costruzione. La partecipazione ai focus group del CeSPI, la collaborazione e condivisione di informazioni con ricercatori universitari, le interviste ai leader di associazioni, al console e ad altri attori locali, insieme alla partecipazione alle riunioni di JPLA, mi hanno permesso di approfondire la mia ricerca e lo studio della bibliografia con i dati da loro fornitemi in un processo di triangolazione delle fonti.

Principali risultati raggiunti

Riguardo al rapporto migrazione e sviluppo la letteratura ci mostra che non sempre i migranti sono attori dello sviluppo. In un clima di grande informalità e debolezza dell’associazionismo immigrato sono poche le possibilità che progetti di cooperazione avviati da questi creíno un vero processo di cosviluppo. Tuttavia, l’ attenzione che si sta creando verso i progetti di co-sviluppo implementati dalle associazioni degli immigrati può permettere di rafforzare le capacità contrattuali di queste con le istituzioni locali (amministrazioni pubbliche, banche,...), facendole diventare un soggetto politico di riferimento tra gli attori della cooperazione decentrata. Il co-sviluppo, oltre a favorire un’aumento dell’imprenditorialità transnazionale, è uno strumento di rafforzamento dei legami sociali transnazionali e promuove un’integrazione che non sia solo assimilazione.

Fonte: www.truedoc.it

sabato 28 maggio 2011

Perù, la diaspora di un popolo

Il 10% dei peruviani vive all’estero, il 74% sogna di andarci: è il frutto di un’economia che crea ricchezza senza distribuirla. Di Attilio Salviato

C’è un proverbio, in Perù, che recita “por mi mejoria, mi casa dejaria”. Tradotto significa pressappoco “per vivere meglio, sarei disposto anche a lasciare casa mia”. Non è solo un modo di dire. Quello peruviano è, storicamente, uno dei popoli più migranti del mondo. Di immigrati e di emigranti. Per secoli questo paese ha accolto milioni di persone in cerca di fortuna. Negli ultimi decenni, invece, la strada si è invertita: oggi sono i peruviani ad andarsene, a cercare fortuna nel mondo. Secondo le ultime stime, vivono all’estero 3,2 milioni di peruviani, l’11% della popolazione. Per capire questo fenomeno occorre, innanzitutto, guardare le statistiche. Che ci dicono che dal 2000 al 2009 sono emigrati ben 1,9 milioni di peruviani, pari al 60% dei flussi migratori degli ultimi ottant’anni. Un fenomeno dunque recente e sempre più massiccio: secondo un’indagine realizzata pochi anni fa, il 74% dei peruviani vorrebbe emigrare.

Perché così tanti peruviani abbandonano il loro paese? Guardando le serie storiche, balza agli occhi un dato apparentemente paradossale: l’aumento dei flussi è andato di pari passo con la crescita dell’economia. Negli anni Novanta, gli anni del presidente-dittatore Fujimori e dell’iperinflazione, emigrarono in media 50 mila peruviani all’anno. Negli anni della presidenza di Alan Garcia (2006-2010), gli anni del boom economico e del Pil che cresce al ritmo del 6% annuo, si è arrivati a oltre 300 mila nuovi migranti all’anno. Ma come, più si sta meglio, più la gente se ne va? Il problema è proprio questo. I peruviani non stanno meglio, anzi. Il Perù presenta uno dei più alti tassi al mondo di diseguaglianza interna, una spaccatura netta tra una piccola elite estremamente ricca e una massa popolare estremamente povera. La ricchezza negli ultimi anni è cresciuta, ma non è stata distribuita. Anzi, si è accumulata nella mani di pochi. La gente, di fronte a questa situazione, è stanca, disillusa, insoddisfatta.

Ma per capire davvero come funzionano le cose bisogna fare un passo indietro e notare come alla massiccia emigrazione verso l’estero corrispondono altrettanti massicci flussi migratori interni. Migliaia e migliaia di persone che ogni anno si spostano dalle regioni meno ospitali della Sierra e della Selva verso le grandi città della costa: la capitale Lima prima di tutto, ma anche la “nostra” Trujillo, capoluogo del nord del Perù.

È questo il primo passo, il passaggio necessario prima di spiccare il grande salto verso l’estero: dei peruviani che vivono in giro per il mondo, ben il 91% è partito dalle zone urbane. Dalla campagna non si va all’estero, prima si cerca fortuna in città. La diaspora peruviana nel mondo nasce, giorno dopo giorno, proprio dalle periferie delle grandi città, dalle desolate invasiones, i quartieri che nascono dal nulla, senza pianificazione, con l’occupazione abusiva di lotti di terreno da parte delle famiglie più povere. Una spirale che si autoalimenta di continuo. Nuove famiglie che arrivano dalle campagne. Altre che a poco a poco si stabilizzano. E altre, che persa ogni speranza anche in città, se ne vanno all’estero. Perché “por mi mejoria, mi casa dejaria”.
L'articolo completo nel prossimo numero del Girotondo.
Notizia del 25/05/2011

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