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domenica 17 luglio 2011

Due Sponde

Progetto DUE SPONDE - Sviluppo economico e promozione di imprese socialmente orientate nei dipartimenti  d’origine dell’emigrazione peruviana in Italia. SolidaRete nasce come progetto comune del Consorzio Gino Mattarelli della cooperazione sociale (CGM), del Consorzio CTM ‐ Altromercato per un commercio equo e solidale, e della Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV). Tre realtà del mondo della solidarietà e della cooperazione che da decenni sono impegnate nei rispettivi ambiti di competenza per promuovere una maggior giustizia sociale, il bene comune tra le persone, le comunità e gli Stati.

Intervento progettuale di A.L.M.A., una delle 13 ONG affiliate Focsiv in partnership con la Ong CE.PRO.VI - Centro de Protection a las Victimas de la Violencia – opera nella zona urbana e rurale di Castillo Grande, distretto di Rupa Rupa, Provincia Leoncio Prado, Dipartimento di Huánuco. Il progetto vuole promuovere un meccanismo di maggiore efficienza nel settore produttivo agro-florovivaistico, attraverso la creazione d’impresa sociale che possa ampliare e migliorare le attività produttive commerciali dei campesinos, convertendo le coltivazioni tradizionali; una aggregazione dei settori economici presenti nella zona per modificare la forma di lavoro attraverso lo strumento dell’impresa sociale e rinforzare le capacità imprenditoriali locali. Si prevede l’eliminazione delle coltivazioni preesistenti, l’adeguamento e la diversificazione di 5 ettari di  terreno agricolo con relativa implementazione di colture agricolo/florovivaistiche sostitutive. La formazione teorico-pratica nel settore agricolo e florovivaistico affianca l’implementazione di attività generatrici di reddito nel settore e l’ utilizzo delle risorse a fini commerciali per il mercato locale e nazionale. Il processo di trasformazione del terreno a colture altre si attua mediante la realizzazione di una unità produttiva (che coinvolge gli abitanti della zona urbana e rurale)  per una filiera supportata da laboratori di trasformazione e commercializzazione del prodotto e lo sviluppo di ulteriori settori economici generatori di reddito.

Fonte: www.almaonlus.it

Cos-viluppo: INNOVAZIONE E INTERAZIONE

Argomenti quali sviluppo economico, commercio internazionale, investimenti, partnership economiche, imprese miste, joint ventures, non sono sicuramente delle novità di per sé. Lo sono però se nella loro natura imprenditoriale vengono coniugate e apparentate al tema dello sviluppo per come affrontato dalla Cooperazione Internazionale, soprattutto da quegli attori che nei progetti di sviluppo pongono gli aspetti sociali, culturali, ambientali e umani al pari dell’aspetto economico. In sostanza un’idea completa di sviluppo sostenibile, coniugato attraverso interessi condivisi.

Per quanto ci riguarda, da tempo stiamo agendo in un quadro più ampio in cui ragionamenti su altri strumenti di cooperazione possono essere fatti in sinergia con il mondo del privato profit, proprio partendo da una chiara condivisione dei reciproci interessi. In questo scenario un ruolo non marginale ricopre la partecipazione diretta delle comunità migranti: non è solo una questione di rimesse, che sono comunque una risorsa importante che potenzialmente può contribuire a processi di sviluppo, ma si tratta anche di strategie di crescita imprenditoriale ed economica personale che possono trovare nuovi canali di espansione favorendo lo sviluppo nel proprio Paese, anche “solo” come ricaduta indiretta del loro fare business nel Paese di origine.

Diventa quindi di estrema importanza e di enorme interesse coinvolgere in questo processo tutti gli attori che hanno a che fare con l’imprenditoria, l’internazionalizzazione di impresa, gli investimenti all’estero, i movimenti di capitali e i servizi finanziari e lo sviluppo sostenibile, sia in Italia che nel Paese di provenienza delle comunità migranti. Questo discorso, si pone a pieno titolo in un più ampio panorama di riflessione su quello che può essere il rapporto tra settore profit privato e il settore non-profit all’interno della cooperazione internazionale su cui si è avviato da tempo un percorso di riflessione con le ONG, il Ministero degli Affari Esteri, le rappresentanze degli Industriali e le fondazioni.

E’ importante notare dunque che gli argomenti che si toccano su questo tema a livello “nazionale” siano in realtà argomenti di primo piano anche per gli attori privati e pubblici nei Paesi extra-Europei, dove sempre con maggior forza si sottolinea la necessità di coniugare i progetti di sviluppo con strategie di investimento. Ed è anche importante notare come il tema dell’interazione tra privato profit e privato non-profit sia sempre più all’ordine del giorno anche nelle strategie di cooperazione dell’Unione Europea, non in un’ottica di sostituibilità o di concorrenza, ma in uno sforzo sinergico che riconosca le specificità degli attori e che porti ad esaltare il valore aggiunto che la compartecipazione di interessi condivisi può portare in un’ottica di politiche di cooperazione allo sviluppo.

Publicatto il 06 di luglio in  www.cosv.org

In-fomare. Percorsi di co-sviluppo tra Italia e Marocco

La migrazione marocchina, con oltre 400.000 presenze sul territorio nazionale, si colloca al terzo posto tra le comunità di migranti presenti in Italia, di cui il 24,4% risiede in Lombardia. La Lombardia è la prima regione italiana per presenza di emigrati marocchini e circa 21.000 marocchini risiedono a Milano.

I migranti provenienti dal Marocco, oltre all’importantissimo contributo all’economia del paese di residenza, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del proprio paese di origine tramite l’investimento di parte delle loro rimesse in progetti imprenditoriali nelle regioni/società di provenienza. Il volume delle loro rimesse rappresenta un grande potenziale per lo sviluppo e la crescita economica e sociale del Marocco, che nel 2000 ha permesso a 1,2 milioni di persone di uscire dalla povertà. L’aumento delle rimesse ha inoltre favorito l’emergere di un parallelo processo di “qualificazione” e di “diversificazione” dei trasferimenti operati dai migranti. Un processo di qualificazione, in quanto le rimesse sembrano finalizzate sempre più spesso a offrire un contributo allo sviluppo locale delle regioni di provenienza e non più al solo sostegno delle famiglie; un processo di diversificazione, che si concretizza nel trasferimento di beni, servizi, saperi e tecniche di tipo materiale e immateriale.

Per questo fenomeno in continua crescita, il governo marocchino ha ritenuto fondamentale creare istituzioni ad hoc per quei migrati alla ricerca di migliori condizioni economiche di investimento: il Ministero dei Marocchini Residenti all’Estero e i centri di servizi specializzati per supportare i nuovi imprenditori (Centri Regionali di Investimento, C.R.I).

In questo contesto, il COSV insieme alle associazioni Medinaterranea e Al Ouissal e al CRI, al Ministero della Comunità Marocchina residente all’Estero, all’Unione Artigiani Provincia di Milano e Monza e alla Camera di Commercio – Camera Arbitrale, promuove un percorso di co-sviluppo tra Italia e Marocco. Il progetto si propone di promuovere lo sviluppo sociale ed economico dei migranti marocchini residenti in Italia e del loro territorio d′origine attraverso il supporto formativo e informativo per potenziali investimenti, di favorire gli investimenti dei migranti marocchini residenti nel territorio di Milano e Provincia e di incoraggiare gli imprenditori italiani interessati a cooperare in progetti imprenditoriali che abbiano ricadute significative in termini di sviluppo economico nella regione di Tadla Azilal.

Per raggiungere questi obiettivi, sono previste attività di formazione, di informazione e di networking, tra cui: l’organizzazione di seminari di formazione; servizi di assistenza e supporto a progetti di investimento selezionati; attività seminariali su investimenti e sviluppo economico nella regione di Tadla Azilal; organizzazione di workshop per la formazione di base indirizzati ad associazioni di marocchini a Milano e provincia; la promozione di network tra le realtà associative marocchine presenti sul territorio milanese/lombardo; l’istituzione di un servizio di informazione e assistenza permanente a Milano (front office/sportello di assistenza) per informare sulle possibilità di investimento in Marocco e favorire collegamenti con le istituzioni marocchine; la diffusione dei servizi forniti dal CRI e dal Ministero Migranti Marocchini presso le comunità di migranti all’estero; la creazione di strumenti di diffusione e informazione (spazio web e opuscoli); la realizzazione di inserti periodici di informazione e sulle possibilità di investimento economico; la creazione di spazi web; l’organizzazione di un seminario finale che coinvolga altre istituzioni e altre realtà di immigrati (in particolare le comunità egiziane diffuse sul territorio del Milanese) in vista di una possibile replicabilità dell’iniziativa.

Il Marocco è uno stato dell’Africa settentrionale, nella parte occidentale della regione definita anche come Maghreb. Il progetto ha individuato la regione di Tadla-Azilal, una delle 16 regioni del Marocco, come area geografica campione per l’implementazione del progetto. La regione ricopre un ruolo importante e attivo nell’economia marocchina: il settore agricolo e di produzione agro-alimentare costituiscono il pilastro della sua economia; il turismo rappresenta un settore strategico della regione in piena crescita; la mano d’opera è diversificata e qualificata, dunque in grado di rispondere alle esigenze espresse da un mercato del lavoro in continua evoluzione. Infine, proprio per il suo potenziale di crescita, la regione gode di una particolare attenzione del governo marocchino in termini di agevolazioni e facilitazioni a disposizione di nuovi investimenti.

Guarda la scheda di progetto

Mediterraneo. Dove?

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Questo pomeriggio Confindustria Messina in collaborazione con Assafrica&Mediterraneo, presso la Camera di Commercio, sede dell’Associazione, ha organizzato un seminario dal titolo: “Mediterraneo. Dove?”.
L’Italia in relazione ai cambiamenti socio-economici che hanno investito paesi come la Tunisia, il Marocco, l’Algeria deve riformulare il suo ruolo e cercare di inserirsi autonomamente ed in posizione leader nelle nuove industrie del Mediterraneo.
Il nostro Paese deve, infatti, cogliere le opportunità economiche e di investimento rappresentate dalle generazioni sudmediterranee e puntare ad una cooperazione industriale.  Paesi come l’Inghilterra e la Francia sono già presenti nelle nuove realtà africane e l’Italia rischia di rimanere indietro se non agirà da subito in tale direzione.
Le economie emergenti saranno le nuove protagoniste della crescita mondiale e i cambiamenti politici, sociali e culturali che hanno posto l’area mediterranea al centro dell’attenzione mediatica, concorrono a definirne il nuovo ruolo economico.
Ciò che bisogna fare è promuovere un Cosviluppo che parta dalla conoscenza dei mercati locali e arrivi a favorire non solo l’esportazione ma anche, e soprattutto, gli investimenti nelle nuove piccole e medie imprese.
Presente all’incontro Ivo Blandina, presidente di Confindustria Messina, che ha manifestato la sua posizione ottimista nei confronti di una possibile avanzata siciliana verso i nuovi soggetti economici africani.
Hanno relazionato: Pier Luigi d’Agata, Direttore di Assafrica&Mediterraneo, Hechmi Chatmen, delegato Fipa Tunisia, Gian Carlo Bertoni, responsabile marketing Simest, Giuseppe Grandi, responsabile Banca Intesa Sanpaolo e Francesco Stella, Mediocredito Italiano.
Questa “nuova era mediterranea” rappresenta per l’Italia un’occasione irripetibile, è stato affermato in conferenza, “la possibilità di un riposizionamento come leader del nostro Paese”.
Fonte: www.messinaweb.tv

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