Con il termine co-sviluppo intendiamo una forma di cooperazione in cui i cittadini emigrati in Italia diventano i principali attori per lo sviluppo dei propri paesi d'origine e soggetti attivi nel paese di accoglienza per promuovere l’integrazione.
Tradizionalmente, gli emigrati hanno sostenuto lo sviluppo delle loro comunità di origine in diverse forme, sia individualmente che collettivamente, principalmente tramite le rimesse, e meno frequentemente tramite il trasferimento di know how e l'avvio di nuove attività imprenditoriali in patria.
Lo status di cittadini transnazionali rende i migranti un ponte tra due culture, e capaci di comprendere le esigenze sia della comunità di provenienza che quella di accoglienza. Pertanto, la loro partecipazione a progetti che si occupano di immigrazione in relazione ai luoghi di origine degli immigrati, rende il lavoro più aderente alle esigenze e alle priorità dei beneficiari.
Da non sottovalutare il fatto che la promozione e non solo la partecipazione ai progetti di co-sviluppo facilita l'integrazione dei migranti nei paesi di accoglienza, perché ne diventano cittadini attivi e promotori di sviluppo economico e sociale.
Il Progetto “In-formare: percorsi di co-sviluppo tra Italia e Marocco", di cui questa pubblicazione è parte integrante si fonda esattamente su questo principio, perché vuole promuovere la figura e il ruolo del migrante come risorsa e opportunità.
L’aspetto innovativo del Progetto è la partecipazione attiva di attori italiani sia appartenenti al terzo settore che direttamente coinvolti nella promozione dello sviluppo socio-economico (Ong, imprenditori, istituzioni, Camera di Commercio, formatori, etc), interessati da un lato a sostenere lo sviluppo imprenditoriale lombardo ma nello stesso tempo consapevoli della necessità di intervenire al di là dei meri principi commerciali e di profitto. Su queste basi le controparti marocchine del Progetto hanno accettato con entusiasmo questa opportunità di nuova cooperazione e si sono impegnate direttamente nella realizzazione delle attività di formazione e seminari per imprenditori marocchini, sia potenziali che già operativi, ma desiderosi di contribuire attivamente allo sviluppo del proprio paese di origine e di investirvi concretamente il proprio denaro. Di fatto, le rimesse dirette ai familiari servono solo a tamponare situazioni economiche spesso al limite della soglia di povertà ma certamente non consentano di gettare le basi per uno sviluppo capace di beneficare le generazioni future. In questo senso un progetto imprenditoriale, soprattutto se accompagnato nelle sue fasi di fattibilità e start up può essere di stimolo al migrante perché può contribuire da un lato ad avere un progetto di vita e dall’altro anche a dare opportunità lavorative ai giovani, i soggetti che più spesso decidono di migrare.
Il Progetto “In-formare: percorsi di co-sviluppo tra Italia e Marocco", promosso e implementato da un network di istituzioni italiane e marocchine - e nello specifico da COSV (Ong italiana con sede a Milano), Al-Jarida (rivista italo-araba), Camera di Commercio di Milano (PROMOS, Agenzia speciale per l'internazionalizzazione d'impresa), ISPRAMED (Istituto per l'arbitrato e la conciliazione nel Mediterraneo), il Centro Regionale per gli Investimenti (CRI della regione Tadla Azilal), il Comune di Milano, il Ministero dei Marocchini Residenti all'Estero, l'Associazione marocchina Al-Ouissal, l'Unione Artigiani della provincia di Milano, Monza e Brianza - ha voluto rappresentare una sfida. Si è infatti deciso di superare il tradizionale modello di cooperazione allo sviluppo attraverso il coinvolgimento non solo di controparti locali ma delle comunità di migranti che vivono nel territorio lombardo. Si è quindi individuata una regione Marocchina, poco sviluppata e attraverso uno studio di fattibilità, attività di formazione e sensibilizzazione si è voluto promuovere le potenzialità del territorio tra i migranti marocchini che già avevano avviato un’attività imprenditoriale o interessati a realizzare investimenti nel Paese di origine. Dopo una selezione delle proposte il Progetto si è concluso con una missione a Tadla Azilal effetuata nel mese di settembre 2011.